Lo pseudonimo con cui Giuseppe Baretti nel Settecento diresse la Frusta letteraria
Lo pseudonimo con cui Giuseppe Baretti nel Settecento diresse la Frusta letteraria
Introduzione
Nel panorama della letteratura italiana del Settecento, pochi nomi risaltano per spirito critico e coraggio intellettuale quanto quello di Giuseppe Baretti. La sua opera più celebre, la rivista Frusta letteraria, è ricordata ancora oggi per il suo stile pungente e la forza con cui criticava i letterati dell’epoca. Baretti firmava i suoi articoli con un nome fittizio ma emblematico: Aristarco Scannabue.
Chi era Giuseppe Baretti?
Giuseppe Baretti (1719–1789) fu un scrittore, lessicografo e polemista italiano, noto per la sua personalità schietta e la prosa vivace. Nato a Torino, visse a lungo a Londra, dove frequentò ambienti colti e cosmopoliti. Tornato in Italia nel 1760, si stabilì a Venezia, dove diede vita alla sua impresa più ambiziosa: una rivista satirico-letteraria dallo stile rivoluzionario.
Cos'è la Frusta letteraria?
La Frusta letteraria fu una rivista fondata da Baretti nel 1763 a Venezia, anche se l’indicazione di stampa riportava Rovereto, per eludere la censura veneziana. Ispirata ai periodici inglesi come The Tatler e The Spectator, la Frusta si proponeva di “frustare” metaforicamente i cattivi scrittori e smascherare l’ipocrisia letteraria dell’epoca.
Lo pseudonimo: Aristarco Scannabue
Per firmare i suoi articoli, Baretti inventò uno pseudonimo che riflettesse perfettamente la sua missione critica:
🔎 Aristarco Scannabue.
- Aristarco: nome di un celebre grammatico greco, simbolo di rigore filologico e severità nel giudizio.
- Scannabue: cognome fittizio che richiama ironicamente l’idea di uno che “scanna i buoi”, metafora per la demolizione degli scritti mediocri.
👉 Aristarco Scannabue era dunque un personaggio immaginario ma estremamente coerente con lo stile della rivista: severo, sarcastico, implacabile.
Il successo e le polemiche
La Frusta letteraria riscosse grande successo tra i lettori, ma attirò anche numerose critiche e denunce. In particolare, l'attacco a Pietro Bembo, figura amatissima a Venezia, suscitò scandalo e spinse molti cittadini a rivolgersi ai Riformatori dello Studio, l’organo veneziano di controllo sulle pubblicazioni.
Sebbene la rivista non venne formalmente chiusa, fu fortemente censurata, e Baretti dovette sospenderne la pubblicazione nel 1765.
L’eredità della Frusta letteraria
La rivista rappresenta uno dei primi esempi di critica letteraria moderna in Italia, caratterizzata da:
- linguaggio diretto e accessibile
- umorismo pungente
- analisi senza compromessi
Fu fonte d’ispirazione per numerosi periodici successivi e contribuì a rompere la tradizione accademica conservatrice in favore di un pensiero più libero e critico.
Conclusione
Giuseppe Baretti, sotto il nome di Aristarco Scannabue, diede voce a una nuova forma di critica letteraria che ancora oggi viene studiata e ammirata. Con la Frusta letteraria, si fece promotore di un’idea rivoluzionaria: la letteratura deve essere vera, libera e capace di criticare se stessa.